Il monopattino è un mezzo di trasporto moderno il cui movimento è consentito da un minimo di due fino anche a quattro ruote le quali sono connesse ad una pedana sulla quale sono montati un manubrio in posizione anteriore e un freno che può essere collocato posteriormente, direttamente sulla ruota affinché, attraverso l'azione di spinta del piede, blocchi meccanicamente la ruota, e quindi il veicolo, oppure posto come i classici freni di una bicicletta, vicino al poggiamani del manubrio.
Sebbene tale veicolo stia ampiamente spopolando ormai non più solo tra i giovani, ma anche tra gli adulti che spesso lo favoriscono alla macchina per la facilità di spostamento cittadino e alla bicicletta per la più ampia possibilità di parcheggio, perfino in casa (diminuendo la possibilità anche di furti) pur abitando in condomini piuttosto alti, grazie alla sua estrema maneggevolezza e leggerezza, bisogna considerare che tale strumento non rispetta appieno quelle che sono le necessità posturali del corpo umano per almeno due importanti motivi che di seguito elencheremo.
1- innanzi tutto bisogna considerare che la sua propulsione è generata dall'azione di spinta degli arti inferiori i quali, però, non partecipano mai assieme, come avviene in altri mezzi di trasporto come ad esempio la bicicletta, bensì singolarmente, perciò un destripede utilizzerà esclusivamente il piede destro, così come un mancino prediligerà sempre il sinistro. Tale atteggiamento, ripetuto per più e più volte nel tempo, favorirà l'insorgere di alterazioni posturali definite di tipo ascendente, ossia provocate da squilibri che si manifestano a causa di alterazioni di uno o più recettori posti al di sotto del baricentro (che per convenzione è situato all'altezza dell'ombelico), in questo caso parliamo del recettore podalico. Ciò sarà facilmente evidenziabile, a livello estetico, sia ad occhio inesperto, se il difetto è molto evidente, sia attraverso una valutazione posturale, se il difetto è poco evidente. Analizzando i dati sarà infatti possibile notare rotazioni dell'appoggio podalico e, soprattutto, dell'anca, con tutte le ulteriori rotazioni che si propagheranno alla colonna vertebrale (generando scoliosi) fino alla testa. Non solo, anche le pressioni podaliche al terreno subiranno variazioni, in particolare a causa del disallineamento del bacino che ne consegue.
E non si commetta l'errore di pensare che eliminare la spinta podalica possa rappresentare una valida soluzione al problema, i nuovi modelli di monopattino infatti, progettati con motore elettico, sebbene eliminino tale azione, non suppliscono all'errore di progettazione che obbliga il soggetto a posizionarsi comunque con un arto in posizione anteriorizzata e l'altro più posteriorizzato, non rispettando ancora una volta la struttura corporea. Una possibile alternativa potrebbe essere rappresentata dall'installazione di una pedana più grande, capace perciò di accogliere entrambi i piedi in senso latero-laterale e non più antero-posteriore. Ma nonostante si procedesse ad assolvere tale accorgimento, comunque persisterebbe la seconda motivazione presa in esame nel nostro articolo.
2- l'assenza di ammortizzatori, causa di notevoli sovraccarichi articolari in particolare quando si percorrono lunghe tratte su strade non perfettamente lisce. Ciò può provocare non solo meniscopatie e discopatie, ma anche divenire causa di condizioni patologiche come l'artrosi, provocata da una progressiva degenerazione delle cartilagini articolari per effetto dei continui impatti col terreno.
Per ovviare a tale mancanza non basta solo intervenire sul telaio utilizzando materiali più duttili e, quindi, più flessibili e morbidi, ma piuttosto progettare diversamente la struttura intervenendo con modifiche che prevedano l'utilizzo di pneumatici gommati comprimibili (gonfiati quindi con aria o fluidi) in sostituzione delle classiche ruote rigide ma non solo, occorrerebbe considerare anche l'installazione di sospensioni interposte tra il telaio e le ruote oppure, al fine di destabilizzare il meno possibile l'equilibrio del mezzo, installare un poggiapiedi sopra la tavola ed inserire tra questi le cosiddette componenti ammortizzanti.
Come esplicitamente espresso da tale articolo basterebbero piccoli e semplici accorgimenti a far sì che uno strumento pensato per il risparmio di tempo (e non solo) possa continuare a svolgere in modo adeguato la propria funzione, in caso contrario, invece, il tempo risparmiato oggi nel traffico quotidiano rischierebbe di essere speso domani per provvedere al riallineamento corporeo, con tutti i dolori che ne conseguono.