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CHEST PRESS

03/06/2023 08:00

Dott. Angelo Pancaro

Biomeccanica,

CHEST PRESS

La chest press è un esercizio multiarticolare utile principalmente per l'allenamento del muscolo grande pettorale ma che coinvolge anche i fasci anteriori...

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La chest press è un esercizio multiarticolare utile principalmente per l'allenamento del muscolo grande pettorale ma che coinvolge anche i fasci anteriori dei muscoli deltoidi anteriori e i tricipiti brachiali in modo sinergico. Si esegue su una macchina specifica, spesso a carico selezionabile (anche se non è raro trovarne anche a  carico manuale), che ricrea il movimento delle distensioni su panca in una situazione controllata.

Quando si parla di chest press ci si riferisce, classicamente, a quella costituita da uno schienale verticale, o leggermente inclinato posteriormente, e da due bracci metallici laterali le cui impugnature seguono, durante tutto l'arco di movimento, un decorso piuttosto orizzontale per simulare le distensioni su panca piana e stimolare i fasci medi, o sterno-costali, del muscolo grande pettorale; spesso, però, si può riscontrare con lo schienale maggiormente reclinato o con il fulcro dei bracci laterali anteriorizzati per dare maggiore enfasi sui fasci inferiori (addominali) del gran pettorale oppure con fulcro non solo anteriorizzato ma anche collocato superiormente alla struttura al fine di massimizzare lo stimolo sui fasci alti (clavicolari).

Il corretto assetto tecnico prevede un'impostazione in stazione seduta sull'attrezzo con un'altezza del sellino tale da consentire, in seguito ad una salda impugnatura delle maniglie, con braccia orizzontali e, quindi, polsi e gomiti allineati tra loro, un angolo della spalla compreso tra i 45° e i 60°, la schiena e il capo si trovano in appoggio sullo schienale con le scapole addotte in modo da aumentare l'espansione toracica, predisponendo al contempo ad un pre-stiramento del grande pettorale e, parallelamente, ad un aumento del ROM, quindi, facendo attenzione a mantenere la colonna vertebrale in neutro, sebbene  l’adduzione scapolare predisponga ad una leggera lordosi lombare di compenso, si ricerca una salda presa di contatto podalico-plantare a terra o sul supporto podalico in modo da garantire la corretta stabilità corporea e un'ottimale scarico delle forze al suolo e non sull'articolazione L5 - S1; infine bisogna impugnare saldamente le maniglie con presa neutra o prona. La prima favorirà l'allungamento del muscolo grande pettorale, mentre la seconda comporterà un accorciamento muscolare.

Facendo attenzione a mantenere sempre il polso in linea con l’avambraccio, si parte con un'esecuzione tecnica che inizia con un'inspirazione, quindi, espirando, si distendono le braccia in avanti (fase concentrica), parallelamente al terreno, quindi, di nuovo inspirando, si torna nella posizione di partenza (fase eccentrica) garantendo sempre una tensione muscolare costante.

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Durante tutto l'arco di movimento è fondamentale evitare l'attuazione di movimenti compensatori del corpo (flessione sagittale della testa, ipercifosi toracica, iperlordosi lombare). Tra gli errori frequenti si riscontra, oltre ad un errato posizionamento del sellino, troppo alto o troppo basso, proprio un'accentuazione della cifosi toracica con scapole abdotte, tante volte associata anche a flessione sagittale del capo, al fine di ricercare, erroneamente, un maggior accorciamento del muscolo pettorale con conseguente contrazione anche del muscolo dentato anteriore (o gran dentato). Altro errore comune è, all'opposto, quello di esasperare la fase eccentrica, andando oltre quello che è il proprio ROM fisiologico con conseguente anteposizione delle spalle.

La chest press può essere efficacemente simulata su panca inclinata a 90° posizionata in posizione avanzata e centrata alla stazione cavi; in tal caso la stabilizzazione del movimento sarà a carico dell'atleta e non più garantita dalla macchina, inoltre si avrà la possibilità di effettuare anche una pronazione dell'avambraccio in fase concentrica con conseguente supinazione in fase eccentrica.

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