Con il termine riscaldamento ci si riferisce a quella fase, precedente l’allenamento o la gara, in cui i muscoli, i tendini, le articolazioni e tutti gli organi e le strutture corporee vengono preparate ad affrontare lo sforzo consentendo una maggiore efficienza del gesto e una notevole riduzione del rischio di incorrere in traumatismi e infortuni vari. Qualsiasi attività , infatti, anche la più ragionata e meglio elaborata, non potrebbe garantire l’integrità strutturale corporea senza un’efficace e opportuna fase di riscaldamento.Troppo spesso, però, aleggia un po di confusione attorno a tale argomento, per questo noi di AtleticAcri abbiamo deciso di occuparcene al fine di sfatare alcuni miti.È molto facile, infatti, imbattersi all’interno di palestre e centri fitness, in persone che, appena entrate nella sala attrezzi, impugnano una coppia di manubri e iniziano ed eseguire uno o più gesti (il più delle volte in modo casuale e sempre più spesso imbarazzante) per "riscaldare l’articolazione". Appare poi raro, ma non impossibile, osservare l’istruttore (quando non è lui stesso a proporlo) avvicinarsi al soggetto in questione suggerendogli di iniziare l’attività magari con un tapis roulant, oppure una cyclette, insomma esercizi (non a caso) inclusi nella categoria "cardio" in modo da eseguire prima un riscaldamento generale e non direttamente uno specifico con un sovraccarico. E questo è il momento in cui si sentono le risposte più assurde del tipo "ma io sono venuto a piedi, quindi sono già riscaldato" (la più classica e in un certo qual senso la più sensata, senza però tenere in considerazione che il passaggio dallo spogliatoio per il cambio abiti fa normalmente perdere qualche minuto o che tante volte fuori ci sono 10°C), o addirittura risposte del tipo "sto riscaldando l’articolazione con un pesetto leggero, senza eccessivi sforzi", teorie e convinzioni a volte personali, ma purtroppo tante volte apprese da terze persone che tramandano l’ignoranza più totale o, peggio ancora, mezze verità che rischiano di fare ancora più danni.Infatti analizzando attraverso un approccio scientifico la realtà , si scopre che le cose stanno in modo leggermente diverso. D’altro canto, si intende col termine riscaldamento, qualsiasi attività che fa sì che il corpo possa, per l’appunto, riscaldarsi, ossia innalzare la propria temperatura corporea oltre quella fisiologica basale di 36°C circa. In teoria le possibili attività da proporre sono le più varie e, nella pratica, qualsiasi attività che implichi un incremento dello sforzo muscolare comporta un aumento della temperatura perciò, tra le tante, anche sollevare direttamente un carico potrebbe rappresentare una valida opzione, se non fosse che, per così dire, "a freddo", si rischia di compromettere l’integrità muscolare e della specifica articolazione in questione provocando traumatismi e infortuni vari proprio per quella mancanza di elasticità che solo il calore può dare. Calore che non può e non deve essere limitato solo ed esclusivamente al distretto muscolare che si intende allenare, troppo facile, ma deve essere esteso anche ai distretti circostanti che si comportano come fissatori e stabilizzanti l’articolazione e, quindi, il movimento in questione, e anche a quelle strutture che, in apparenza non c’entrano nulla poiché il corpo "non è un insieme di parti ognuna isolata dall’altra, ma un insieme di segmenti tra loro in stretta connessione che parte dall’apice della testa e finisce alle punte dei piedi".In conclusione, perciò, prima di intraprendere qualsiasi attività bisogna riscaldare in modo globale l’intero soma e solo successivamente, in modo integrativo, può essere ulteriormente riscaldato il distretto corporeo che si andrà a lavorare (riscaldamento specifico, settoriale o locale) attraverso esercizi specifici. Perciò non è sbagliato adoperare pesi leggeri per finalità riscaldanti, purché sia stato prima eseguito un corretto riscaldamento generale le cui corrette modalità di svolgimento saranno il tema del prossimo articolo.